Vanessa Bell, nata Stephen, viene al mondo a Londra il 28 maggio 1879 ed è la sorella maggiore di Virginia Woolf. Le due hanno tre anni di differenza e dopo la morte della madre, Julie, e quella della sorellastra Stella, è sulle spalle di Vanessa che cade il peso di tutta la famiglia Stephen.
Sebbene Vanessa e Virginia vengano educate a casa (al contrario dei fratelli che studieranno a Cambridge), il padre non ostacola le loro passioni e anzi permette di approfondirle. Vanessa, infatti, può sperimentare con la pittura: nel 1896 inizia a frequentare una scuola d’arte e nel 1901 studia alla Royal Academy. L’ambiente domestico, in effetti, segna il futuro delle due sorelle: Virginia diventa una scrittrice, come il padre Leslie, mentre Vanessa una pittrice grazie alle lezioni del padre e alla madre che era stata una modella dei Preraffaeliti1.
Un mondo di forme e colori
Nel 1904 arriva la prima svolta: in seguito alla morte di Leslie Stephen, i quattro fratelli (Vanessa, Virginia, Thoby e Adrian) possono decidere dove vivere ed è proprio Vanessa a trovare una nuova casa2, al numero 46 di Gordon Square nel quartiere Bloomsbury. Possono ricevere chi vogliono e discutono ogni giovedì sera con altri intellettuali, come gli ex compagni del fratello Thoby. Tra di loro ci sono anche Clive Bell (con il quale Vanessa si sposerà nel 1907) e Leonard Woolf (futuro marito di Virginia). Questi incontri porteranno alla nascita del gruppo Bloomsbury. Qui Vanessa può avere un proprio studio e a questo periodo appartengono soprattutto opere di nature morte e ritratti. Nel 1910, con la mostra organizzata dal critico d’arte Roger Fry Manet and the Post-Impressionists, l’approccio di Vanessa cambia e diventa una pittrice fuori dagli schemi. Inizia a sperimentare, influenzata soprattutto da artisti come Van Gogh e Matisse. Quello che è considerato il suo capolavoro è proprio di questi anni, Studland Beach.
Inizia ad affermarsi nel mondo dell’arte e dell’interior design, partecipando anche agli Omega Workshop organizzati da Roger Fry, con il quale avrà una relazione.
I temi che la pittrice predilige sono le ambientazioni domestiche e in particolare gli amici in pose quotidiane. Dipinge anche la sorella Virginia, spesso con fattezze sfocate. Uno dei più famosi è Virginia Woolf ad Ashenam, nel quale vi è un contrasto tra le tonalità dell’arancione della poltrona e il colore blu/grigio degli abiti di Virginia e dello sfondo.
Quando arriva la guerra Vanessa si ritira in campagna nel Sussex, a Charleston, insieme a Duncan Grant con cui vivrà per il resto della sua vita (insieme avranno la figlia Angelica). Continuerà a dedicarsi alla pittura, al giardinaggio, a viaggiare. Disegna anche le illustrazioni per le copertine dei libri della sorella Virginia3.
Alla fine degli anni Venti fa ritorno a forme più tradizionali. Si dedica alla pittura senza più interessarsi dell’approvazione degli altri ma solo per il piacere di farlo4.
Vanessa sarà sempre un punto di riferimento per la sorella, costantemente a conoscenza delle difficoltà di Virginia. Nonostante sia più nota la lettera che Virginia scrive al marito prima di uscire di casa, riempire le tasche di sassi e annegare nel fiume Ouse (qui ne ho parlato brevemente), qualche giorno prima la scrittrice aveva scritto a Vanessa.
Cara, non puoi immaginare quanto ho amato la tua lettera. Ma sento che questa volta ho esagerato e non posso tornare indietro. Sono certa ora che sto impazzendo di nuovo. È come la prima volta, sento sempre voci, e non ce la farò più a superarlo. Tutto quello che voglio dire è che Leonard è stato straordinariamente buono, ogni giorno, sempre; non riesco a immaginare che qualcuno avrebbe potuto fare di più per me di quanto abbia fatto lui. Siamo stati perfettamente felici fino a queste ultime settimane, quando è iniziato questo incubo. Gli assicurerai questo? Sento che ha così tanto da fare che andrà avanti, meglio senza di me, e tu lo aiuterai. Ormai faccio fatica a pensare chiaramente. Se potessi, ti direi cosa tu e i bambini avete significato per me.
Penso che lo sappiate.
Ho combattuto contro tutto questo, ma non ce la faccio più.
Virginia
Tra scrittura e pittura
Se Leonard Woolf è il primo a leggere le opere di Virginia, Vanessa è certamente la seconda alla quale la scrittrice sottopone ciò che scrive.
Leggendo To the Lighthouse (Al faro, 1927), Vanessa nota come Mrs. Ramsey sia una perfetta ricostruzione della loro madre, Julia:
A me sembra che tu abbia tracciato un ritratto della mamma che le somiglia più di quanto avrei mai creduto possibile. È quasi doloroso vedersela resuscitare davanti.5
Al tempo stesso l’altro personaggio del romanzo, Lily Biscoe, è in parte l’alter-ego di Virginia e in parte è proprio Vanessa: una donna alla ricerca di qualcosa che ha come priorità la sua arte ed è una pittrice che tenta di imprimere - proprio con l’arte- il suo sentire, come l’amore per Mrs. Ramsey.
Per Vanessa “una grande artista comunica cosa sente, non cosa vede” e come Virginia cerca di indagare l’animo umano. La stessa Virginia che nel 1934 diceva “le parole sono un mezzo impuro. Sarebbe stato molto meglio essere nata nel regno silenzioso della pittura.”
Hettie Judah è rimasta colpita dalla potenza di questa pittrice. Se è vero che “Bell sembra condannata a svolgere un ruolo di supporto nella storia della sua vita, come padrona di casa, ispirazione, amante, madre. La sua arte è più nota come frammenti che illustrano le storie di altre persone: quelle di Woolf, la compagna di Bell, di Duncan Grant e di Roger Fry…”6 , viene ricordato anche come Vanessa si apra alla sperimentazione e sia stata uno spirito indipendente.
Vanessa, colpita duramente dalla morte del figlio Julian nella guerra di Spagna e il suicidio della sorella, vive circondata dai nipoti, i figli e gli amici fino alla sua morte a 81 anni avvenuta il 7 aprile 1961 a Charleston Farmhouse.
Letture
La corrispondenza tra le sorelle è iniziata quando le due hanno una ventina d’anni e termina con la lettera di addio riportata più sopra, quando Virginia ha quasi sessant’anni. Il volume dedicato alla loro corrispondenza, Se vedi una luce danzare sull’acqua a cura di Liliana Rampello, raccoglie “lettere spontanee, ironiche, disinibite, scritte in una lingua scintillante da cui affiora tutta la grandezza e la fragilità di due personalità irripetibili, ma anche il brusio spregiudicato della cerchia di Bloomsbury.”7
Liliana Rampello, durante un incontro del Circolo dei Lettori nel quale si approfondisce lo scambio epistolare tra le sorelle8, parla “della scoperta di un’altra scrittrice, perché Vanessa scrive molto bene. Ha uno stile suo, è molto spontanea, vivace, a volte proprio spregiudicata.”
Ci sarebbe tanto da dire su Vanessa, e non è detto che non lo farò prossimamente approfondendo tematiche specifiche, ma ci tenevo a dedicarle una prima newsletter con l’avvicinarsi dell’anniversario della sua morte.
Se ti va, puoi seguire Woolfiana anche su Instagram. Grazie per aver letto fino a qui, ci sentiamo alla prossima!
Se hai suggerimenti e proposte scrivimi pure a: woolfiananewsletter@gmail.com.
https://www.tropismi.it/2024/01/12/le-sorelle-stephen-vanessa-bell-e-virginia-woolf/
https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/vanessa-bell
Pubblicati dalla casa editrice fondata dai coniugi Woolf, Hogarth Press.
https://www.mardeisargassi.it/vivo-un-mondo-forme-colori-vanessa-bell-la-sua-pittura/
Da una lettera di Vanessa in Fusini N., Introduzione a I capolavori di Virginia Woolf, p. 28.
https://www.theguardian.com/artanddesign/2024/oct/18/vanessa-bell-review-sidelined-bloomsbury-figure-reveals-main-character-energy